Biennale di Venezia 2019

Foto e testo di Laura Giovanna Bevione

ottobre 2019

Partecipare alla Biennale è per qualsiasi artista un obbiettivo da raggiungere, il suo valore viene riconosciuto a livello internazionale, perché i curatori del padiglione in cui sono stati invitati ad esporre, non metterebbero mai a rischio la propria carriera per artisti mediocri. 
Detto ciò, non sempre le aspettative del pubblico sono soddisfatte.

Vuoi perché la biennale è tanta, e tanto varia, vuoi perché gli artisti non sono riusciti a relazionarsi con lo spazio messo a loro disposizione. Se infatti  il valore degli artisti, ergo, delle opere esposte è fuori di dubbio, in biennale, più che in altri contesti, bisogna tenere conto delle dimensioni delle opere.

Il che non significa che queste debbano essere enormi, ma avere quella potenza necessaria per colpire alla prima impressione.

Cose ovvie e scontate che purtroppo molti artisti anche in questa 58. Esposizione Internazionale d’Arte, intitolata May You Live In Interesting Times, hanno sottovalutato.

Opere poeticamente delicate, ma di dimensioni inadeguate non riescono risaltare, come in una galleria tradizionale, e non sempre il pubblico è adeguatamente predisposto e riposato per apprezzarle.

Detto ciò del Padiglione Italia ci è piaciuto moltissimo lo spazio labirintico, e alcuni lavori, tra cui La passeggiata di Liliana Moro, mentre di altre opere, forse per eccesso di aspettativa, non sono riuscita ad apprezzarne l'estetica, 

soprattutto se messe a confronto con opere veramente d'effetto come quella di Tomás Saraceno esposta a pochi passi dal padiglione Italia, ho con l'opera , Thinking Head, di Lara Favaretto, esposta" a giardini.
Un giudizio, il mio, basato esclusivamente sul gusto personale, che prescinde dal valore oggettivo delle opere esposte.
Interessante poi il circuito esterno.
Venezia Fino al 24 novembre

per maggiori informazioni BIENNALE DI VENEZIA 2019