Come può un abbraccio fare notizia?
Come può l’empatia vincere il World Press Photo?
Può!
Ma c’è voluta una pandemia per riscoprire l’importanza di una cosa così semplice.
I morti, i fallimenti le sofferenze hanno portato alla luce quello che è davvero importante: l’empatia.
In questo ultimo anno abbiamo scoperto che anche le buone notizie fanno notizia.
Per questo ci piace che la World Press Photo of the Year selezionata dalla giuria indipendente del concorso fotografico 2021 sia
The First Embrace di © Mads Nissen, Denmark, Politiken/Panos Pictures
In questo scatto
Rosa Luzia Lunardi (85) viene abbracciata dall'infermiera Adriana Silva da Costa Souza, presso la casa di cura Viva Bem, San Paolo, Brasile, il 5 agosto.
Storia
Questo e' stato il primo abbraccio che Rosa ha ricevuto in cinque mesi. A marzo, le case di cura in tutto il paese avevano chiuso le porte a tutti i visitatori a causa della pandemia COVID-19, impedendo a milioni di brasiliani di visitare i loro parenti anziani. Agli assistenti delle case di cura è stato ordinato di mantenere il contatto fisico con le persone vulnerabili al minimo. In Viva Bem, una semplice invenzione, "The Hug Curtain", ha permesso alle persone di abbracciarsi ancora una volta. Il nuovo coronavirus era apparso per la prima volta a Wuhan, in Cina, alla fine del 2019, e da gennaio 2020 aveva iniziato a diffondersi in tutto il mondo. L'11 marzo, l'Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato l'epidemia di COVID-19 una pandemia. La malattia, trasmessa principalmente attraverso il contatto ravvicinato, goccioline respiratorie e aerosol, poteva essere fatale e le persone di età superiore ai 70 anni erano uno dei gruppi considerati più vulnerabili alla malattia. Il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, ha respinto le affermazioni sulla gravità della pandemia e sul pericolo rappresentato dal virus, ha minato le misure di quarantena adottate a livello statale e ha incoraggiato i brasiliani a continuare a lavorare per mantenere a galla l'economia. Il Brasile ha chiuso il 2020 con uno dei peggiori record a livello mondiale nella lotta contro il virus, con circa 7,7 milioni di casi segnalati e 195.000 decessi. (1)
Certo come tutti gli anni, in questa mostra, dedicata ai fotografi che immortalano con la macchina fotografica notizie e storie, ci sono anche le foto di guerra, ma ci piace pensare che finalmente, anche le buone notizie hanno fatto notizia.
Anche per questo, ma non solo fa ancora più piacere che il vincitore della sezione storie sia un
Habibi © Antonio Faccilongo, Italy, Getty Reportage
Nell’intervista video intervista, che sarà presto disponibile, il fotografo romano ci ha raccontato il suo progetto in maniera esaustiva, ma è a telecamere spente ha mostrato tutta la sua umanità, la sua empatia, l'amore per il suo lavoro.
La sua storia è infatti il risultato di un incontro vero, la partecipazione diretta e attiva agli stati d’animo e alle situazioni in cui le mamme palestinesi si trovano, donne e bambini a cui Antonio si è legato affettivamente come dimostra l’autoscatto con il telefonino.
Storia:
Quasi 4.200 detenuti palestinesi per la sicurezza sono detenuti nelle carceri israeliane, secondo un rapporto del febbraio 2021 dell'organizzazione per i diritti umani B’Tselem. Alcuni affrontano condanne di 20 anni o più. Per visitare un prigioniero palestinese in una prigione israeliana, i visitatori devono superare una serie di limitazioni diverse derivanti dalle leggi sui confini, dai regolamenti carcerari e dalle restrizioni stabilite dall'Agenzia per la sicurezza israeliana (ISA). I visitatori sono generalmente autorizzati a vedere i prigionieri solo attraverso un divisorio trasparente e parlare con loro tramite un ricevitore telefonico. Le visite coniugali sono negate e il contatto fisico è vietato, ad eccezione dei bambini di età inferiore ai dieci anni, a cui sono concessi dieci minuti alla fine di ogni visita per abbracciare i propri padri. Dall'inizio degli anni 2000, i detenuti palestinesi a lungo termine che speravano di crescere delle famiglie hanno contrabbandato lo sperma fuori dalla prigione, nascosto nei regali ai loro figli. Lo sperma viene secreto in vari modi, ad esempio in tubi di penna, involucri di caramelle di plastica e all'interno di barrette di cioccolato. Nel febbraio 2021, Middle East Monitor ha riferito che il 96esimo bambino palestinese era nato utilizzando sperma contrabbandato dalla prigione israeliana.
Habibi, che in arabo significa "amore mio", racconta storie d'amore ambientate sullo sfondo di uno dei conflitti più lunghi e complicati della storia moderna. Il fotografo mira a mostrare l'impatto del conflitto sulle famiglie palestinesi e le difficoltà che devono affrontare per preservare i loro diritti riproduttivi e la dignità umana. Il fotografo sceglie di non concentrarsi sulla guerra, sull'azione militare e sulle armi, ma sul rifiuto delle persone di arrendersi alla prigione e sul loro coraggio e perseveranza per sopravvivere in una zona di conflitto.(2)
Speriamo che questa scelta di guardare al coraggio, all’amore e ai sentimenti positivi ci rimanga in mente e non passi con il passare dell’emergenza.
Mattatoio
Padiglione 9a. Piazza Orazio Giustiniani 4 – Roma
28 maggio 2021 - 22 agosto 2021
Orari: dal martedì alla domenica dalle ore 11.00 alle 20.00
Informazioni e prenotazioni: www.mattatoioroma.it – tel. 06 39967500. Il call center risponde dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00, sabato dalle 9.00 alle 14.00; [email protected]
Biglietti: intero 8,00 €; ridotto 6,00 €; dai 7 ai 18 anni 4,00; fino ai 7 anni gratuito, con prenotazione obbligatoria