Il 1 novembre del 1786 Goethe annota nel suo diario:
Non osavo quasi confessare a me stesso la mia meta, ancora per via ero oppresso dal timore, e solo quando passai sotto Porta del Popolo seppi per certo che Roma era mia.
Da qui in poi un viaggio in Italia non sarebbe più stato lo stesso.
Durante il suo soggiorono romano trovà alloggio insieme all'amico Tischbein, a pochi passi da piazza del Popolo, in Via del Corso 18.
Il palazzo, che ospita un museo a lui intitolato, ha avuto nel corso dei secoli tanti inquilini e visitatori, alcuni anche illustri, come ad esempio Paul Heyse, primo scrittore tedesco a ricevere il premio Nobel per la lettatura.
Nelle stesse stanze e sulle orme di Goethe, Robert Gshwanter con oggetti e immagini, ci popone la usa esperienza di Gran Tour.
Devo ammettere che non ho subito apprezzato il lavoro di questo artista austriaco, poi, leggendo il testo esplicativo, presente nel piccolo catalogo gratuito disponibile vicino alla reception, i tubicini in PCV, riempiti con l’acqua della Cascata delle Marmore, hanno acquistato significato rendendo molto interessante la forte dicotomia tra soggetto e materiali utilizzati.
"Gschwantner si dedica spesso a paesaggi acquatici come laghi, isole e canali fortemente trasformati dall’uomo e che hanno assunto forme diverse da quelle naturali."
(http://www.casadigoethe.it/images/stories/pdf/comunicatogschwantner.pdf)
La curiosa collocazione di un opera nell'antibagno ricorda con quanta naturalezza la cultura noreuropea viva la corporeità